IL NOME

Burpers: un nome che può suscitare dubbi. Eppure il termine non è solo la trasformazione in sostantivo del verbo inglese "to burp" (ruttare), o la parola inglese che definisce i bavaglini anti-sbrodolamento per bambini, ma anche un termine scientifico. Leggiamo testualmente da una enciclopedia on-line:

Un burper è un possibile nuovo tipo di oggetto che emette onde radio nell'universo. Anche chiamato burping pulsar, può essere un sottotipo delle nulling pulsar.

Attualmente, il solo esempio conosciuto di un possibile burper è GCRT J1745-3009, che si trova verso il centro della Via Lattea. Le sue emissioni radio non coincidono con quelle delle pulsar, poiché le sue emissioni erano sporadiche o transienti: i suoi impulsi duravano 10 minuti ripetendosi ogni 77 minuti, e vennero osservate per un periodo di 17 ore. Si crede che l'oggetto possa essere associabile ad un magnetar, o potrebbe essere un tipo di oggetto completamente nuovo.

Non si può negare che la predisposizione ad un generoso consumo di birra da parte dei componenti della band possa essere stato determinante nella scelta del nome, ma ciò non toglie che l'affascinante fenomeno astronomico sopra descritto sia una spiegazione molto più elegante.

IL GRUPPO

Strana storia per questa band: nata nell'estate 2006, esordisce dal vivo il 25 agosto presentandosi con un altro nome (attribuito a dir poco frettolosamente), e con una formazione e un repertorio destinati ad essere subito messi in discussione; dopo la partenza di Massimo Annoni (tastiere), il gruppo è composto da me alla voce, Nicola Fassi (ideatore del progetto; da assaggiare il suo nuovo album solista "In Blue") alla chitarra, Fabio Rigamonti al basso e ai cori, e Paolo Frigerio alla batteria. Tra le altre esperienze, i quattro (me escluso) eccellenti musicisti citati avevano già suonato insieme incidendo anche un album sotto il nome di "Birds Of Fire".

Flyer ufficiale del primo concerto della band come quartettoDopo aver presentato nel primo concerto un repertorio rock-blues contaminato da altre influenze, grazie anche a Mietek Glinkowski (violino) come ospite d'onore, il gruppo rivede le scelte musicali iniziali adattandole alla nuova formazione, più essenziale e alla ricerca di un suono rock tradizionale (qualcosa di simile a Cream, Jimi Hendrix Experience, il lato blues del Led Zeppelin o degli Who dei primi anni settanta, ma anche blues elettrico alla Stevie Ray Vaughan, Allman Brothers Band, Rory Gallagher o le nuove leve del genere come Robben Ford, Joe Bonamassa...) senza l'utilizzo di tastiere.

La mia partecipazione al progetto è terminata nel settembre del 2008.

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