StopSIAE: Domande e Risposte
(i dubbi sul ruolo della SIAE, la tutela delle composizioni, i luoghi comuni da sfatare, le alternative possibili)

Questa sezione raccoglierà i frutti delle mie ricerche, nonché delle segnalazioni e le domande che ricevo dai visitatori del sito. Certe cose potranno sembrare banali, ma non lo sono: si tratta di domande che qualcuno mi ha posto almeno una volta, a conferma della gran confusione e disinformazione sul tema.

Se volete contribuire alla raccolta del materiale qui contenuto, mi trovate

Consigli rapidi vari (per iscritti SIAE e non)
Domande e risposte

NOTA: per approfondire ulteriormente tutti gli scenari di questi argomenti, nonché i ruoli delle parti in gioco nel mercato musicale (autore, editore, produttore, artista/interprete/esecutore), potete rivolgervi a Note Legali, che si occupa proprio di questi temi (e non solo) e organizza di tanto in tanto seminari tematici anche gratuiti.


Consigli rapidi vari (per iscritti SIAE e non)

A chi NON è iscritto alla SIAE: NON iscriverti alla SIAE. Punto.

Mi spiego meglio: se 1) non fai centinaia di concerti all'anno con musica scritta da te, 2) non hai un contratto discografico con una grossa casa, 3) non sei tra gli eletti del sistema musicale italiano, allora non hai bisogno della SIAE, perché ti costa denaro e fatica ma in cambio non ti dà abbastanza (e sono stato gentile). Se vuoi tutelarti solo dai rischi di copia delle tue creazioni (cioé senza pensare ad incassare miseri diritti), non sei obbligato/a a depositare le tue opere in SIAE. Si vedano a tale proposito le domande e risposte nel seguito della pagina.

A chi è iscritto alla SIAE e "vive di concertini":

A parte il discorso sopra citato di passare ad altro "ente tutelante" (mentre lo scrivo faccio gesti scaramantici...), che nel caso dei già iscritti potrebbe essere più complesso (penso ai brani già depositati, su cui vanno accertate le conseguenze), ci sono un po' di cose che si possono fare.

Anzitutto, protestare in massa inviando agli indirizzi email musica@siae.it e ripartizione.musica@siae.it (e qualunque altro riteniate utile, vedi alla pagina "contatti" sul sito della SIAE) il testo del primo "modello" di messaggio che trovate in questa pagina; poi, in occasione dei vostri concerti, inviare un email prima dell'evento (vedi secondo modello di messaggio) e uno dopo (vedi terzo modello). Non so quanto possa servire, ma per quel che ci costa, facciamolo tutti e teniamogli alta la pressione!!!
Naturalmente attivate sempre la ricevuta di ritorno, per quanto possa servire...

Ricordatevi d'ora in poi di tenere sempre traccia del numero di codice del borderò dei vostri concerti, con tanto di luogo e data, così da poter un giorno "rompergli i marroni" con tanto di parametri precisi in mano.

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Domande e risposte

Sono un "artista-interprete-esecutore"; devo pagare la SIAE quando partecipo a un cosiddetto "concertino"?

No, quei costi devono essere sostenuti dal "titolare del permesso" per quello specifico evento, che normalmente non è mai il musicista bensì ad esempio il gestore del locale.

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Se come musicista eseguo solo brani scritti da altri, devo essere iscritto alla SIAE?

Assolutamente no!

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La SIAE mi difende dall'eventuale plagio delle mie composizioni?

No. La SIAE si limita a dichiarare che avete depositato il vostro brano in una precisa data; ciò vuol dire che in caso di contenzioso legale non avrete alcuna assistenza gratuita e diretta da parte della... onorata società, ma al massimo potrete chiamarla sul banco dei testimoni.

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Ma copyright e diritto d'autore non sono la stessa cosa?

Non proprio. Questo è un discorso molto importante: molti si iscrivono alla SIAE credendo che sia la soluzione unica a questa esigenza, che verranno difesi in caso di plagio (vedi sopra), retribuiti adeguatamente per ogni uso della propria musica, e via dicendo; la realtà è che la SIAE è soltanto un ente amministratore dei diritti d'autore, quindi per provare che voi siete gli autori di un brano potete usare altri sistemi, mentre gli enti come la SIAE servono (teoricamente) a farvi arrivare in tasca i guadagni legati all'utilizzo e all'esecuzione dei vostri pezzi nei contesti che fruttano le cosiddette "royalties".

Se poi capitasse che il vostro brano, suonato solo da voi dieci volte all'anno dal vivo nei pub, venga copiato da un grosso nome della musica da classifica, allora dovrete assoldare un avvocato che sia in grado di farvi ottenere quello che meritate e desiderate.

Direi che la prima cosa da tenere sempre presente è una buona dose di umiltà e di realismo, per non farsi terrorizzare dal rischio del plagio: se scrivete capolavori e nessuno lo sa, è inutile farsi un fegato gonfio; se troverete il successo, tutti questi problemi legali se li smazzerà qualcun altro al posto vostro, quindi dov'é il problema? Insomma, cautela sì ma senza impazzire.

(Nota più filosofica che pratica: la legge italiana tutela la "forma espressiva", non le idee. Per considerarla tale, l'opera deve essere esternata, e non necessariamente su un supporto materiale; da quel momento è considerata una creazione artistica attribuita al suo autore.)

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Esistono forme alternative di difesa dal plagio?

Tantissime, anche a costo minimo. Ecco alcuni esempi, che si possono sfruttare anche contemporaneamente:

Altri suggerimenti in merito si possono leggere a questo indirizzo (soprattutto sulle "FAQ scritte dai commoner"), utile anche per valutare l'eventualità di divulgare le proprie opere sotto una licenza Creative Commons (discorso lungo che non affronterò in questa sede: molto meglio visitare il sito indicato). Anche per gli altri servizi online vi rimando ai relativi siti, a cui non mi posso sostituire per le singole spiegazioni dei servizi.

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Se un mio brano è stato richiesto per uno spot pubblicitario, mi serve o può servirmi l'iscrizione alla SIAE?

No. I diritti d'autore per la pubblicità non sono gestiti dalla SIAE, quindi anche se lo spot andrà in onda milioni di volte su una radio o televisione nazionale, tutto ciò che guadagnerai è stabilito dal contratto che stipulerai con il titolare della pubblicità in oggetto.

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Ma allora quando ha senso essere iscritto alla SIAE?

Quando hai ragione di pensare che guadagnerai parecchio dai tuoi diritti d'autore, e questo non può avvenire se fai dieci concerti all'anno nei pub! Se hai un contratto discografico decente, fai tour importanti con la tua musica, hai prospettive di lavoro concrete ad alti livelli, allora il discorso cambia ma non sei comunque costretto ad iscriverti alla SIAE: altri enti equivalenti fuori dall'Italia possono darti i diritti d'autore che ti spettano.

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Perché dovrei iscrivermi ad una società estera di tutela dei diritti d'autore invece che alla SIAE?

Se puoi comunicare decentemente in inglese (da solo o con l'aiuto di qualcuno) puoi anche tentare l'iscrizione ad un ente di tutela estero. Ecco alcuni vantaggi rispetto alla SIAE, premettendo che non tutti gli enti hanno queste caratteristiche:

Naturalmente non è così facile rinunciare alla italica SIAE per affidarsi ad un ente estero, e le regole possono cambiare da nazione a nazione: ad esempio, in molti paesi le esibizioni in piccoli locali non danno diritto a royalties per gli autori dei brani eseguiti.

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A quale società estera di tutela dei diritti d'autore dovrei rivolgermi?

Quelle americane (ASCAP, BMI) sono interessanti ma possono essere fonte di problemi: ad esempio un musicista italiano iscritto alla BMI mi ha detto che bisogna avere il cosiddetto "social security number", praticamente il codice fiscale americano, e questo naturalmente è possibile e sensato solo per chi negli States ci lavora spesso.

A questo punto, visti i vantaggi burocratici comunitari, direi che per la maggior parte di noi ha senso rivolgersi a una società europea: MCPS-PRS (Gran Bretagna), SACEM (Francia), GEMA (Germania) e così via; tutte hanno una versione in inglese del loro sito.

A questo link che si trova sul sito della interessantissima associazione D.A.C. (Diritto d'autore e connesso) troverete un elenco di società estere che gestiscono il diritto d'autore e tanti altri preziosi siti.

Non ho ancora provveduto ad iscrivermi ad uno di questi enti, ma se lo farò vi spiegherò tutto! Nel frattempo, se qualcuno vuole scrivermi e raccontarmi la sua esperienza in merito, sarò lieto di divulgarla a tutti voi da queste pagine.

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Sono già iscritto alla SIAE: cosa succede se smetto di pagare la quota associativa per passare ad un altro ente di tutela?

Una cosa è certa: i tuoi brani restano certificati dal deposito in SIAE per gli eventuali rischi di plagio, ovvero l'autore rimani tu anche senza rimanere iscritto alla SIAE, perché vale il principio della "proprietà intellettuale" che è collegato alla data in cui hai depositato i tuoi brani. La SIAE non può cestinare i tuoi brani, e tu ricorda di tenerti da parte la tua documentazione dei brani depositati!

Sullo statuto della SIAE, al punto 4g dell'articolo 2, è indicato che "il rapporto associativo" può interrompersi per varie ragioni, tra cui il mancato pagamento del contributo annuo associativo per la durata di due anni consecutivi; perciò secondo me ha senso pensare che il mancato pagamento di un anno non sia determinante per chiudere definitivamente il rapporto, ed è per questo che non pagherò la quota associativa 2007. Chissà, forse si potrebbe anche fare il giochetto di pagare ad anni alterni...

Andiamo oltre: nel caso che lasciate la SIAE, non pagando la quota per almeno due anni, come ovvia conseguenza non riceverete più nessun introito da diritti d'autore per il periodo in cui non siete coperti da una società di tutela; è anche vero che potete sempre reiscrivervi persino dopo anni (non ho ancora scoperto se si paga ancora la quota iniziale oltre a quella annuale... Vi farò sapere!), ma potete anche farlo presso una società estera, la quale inoltrerà alla SIAE le richieste di proventi derivati dall'utilizzo di opere precedentemente depositate in Italia; su questo devo ancora scoprire se è necessario ridepositare le opere presso l'ente all'estero, ma la risposta può darvela appunto solo l'ente straniero in base ai suoi regolamenti, e se proprio si deve fare, beh... forse ne vale comunque la pena.

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Ho scritto un brano assieme ad uno o più autori iscritti alla SIAE, ma io sono iscritto ad una società di tutela estera. Come mi devo comportare?

Niente di speciale: ognuno depositerà il brano presso la sua società di gestione del diritto d'autore, secondo le istruzioni fornite dalla stessa.

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Nel caso di brani depositati all'estero ma con nessuno degli autori iscritto alla SIAE, cosa succede quando il brano viene eseguito in Italia?

L'ente straniero di tutela a cui appartengono gli autori del brano si prenderà cura di inviare alla SIAE una "fiche internazionale" (un termine che mi hanno segnalato proprio dalla SIAE) comunicando che in Italia è stata utilizzata un'opera composta da un suo iscritto. Questo in Italia vale anche per i cosiddetti "concertini".

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Perché dovrei firmare la petizione contro la SIAE? Devo proprio metterci il mio nome?

Perché non si rischia niente: è una protesta democratica, basta non cadere nell'illegalità. D'altra parte, cosa possono farci? Impedirci di suonare dal vivo / incidere / comporre (e depositare) brani / apparire in TV / "avere successo"? Visto quello che fanno abitualmente per favorire tali cose, ovvero niente, non vedo come possano peggiorare la situazione! Possono venire a controllare i nostri concerti, per verificare le anomalie? Che lo facciano, così si farebbero un bell'autogol perché rientreremmo nella lista dei privilegiati del loro iniquo regolamento!

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Non ho le idee chiare sui DRM (Diritti di Riproduzione Meccanica); Cosa è importante sapere sull'argomento?

I Diritti di Riproduzione Meccanica sono quelli che spettano a chi incide ufficialmente la sua musica su un supporto materiale (CD, LP, DVD...); quando un autore ha un prodotto del genere sul mercato, si entra a far parte della lista di coloro che riceveranno delle royalties attraverso quei diritti d'autore che vengono incassati da tutto quel mondo (radio, TV, locali...) in cui potenzialmente il vostro prodotto può essere utilizzato! Ciò significa che, anche se non sentite il vostro brano alla radio, il solo fatto che sia ufficialmente sul mercato gli dà diritto ad un guadagno attraverso quei criteri di ripartizione di massa che attingono alla programmazione radiofonica nazionale, e così via per tutti i mercati di competenza del vostro prodotto.

Attenzione! I brani ufficiali che siano in commercio solo attraverso il download (cioè senza un formato fisico di distribuzione) non hanno diritto ad alcuna percentuale di DRM.

Particolarità del mercato straniero: negli USA i DRM non sono distribuiti agli autori dalla BMI o dalla ASCAP, ma dalla "Harry Fox Agency" che li corrisponde direttamente agli editori delle opere (che li redistribuiscono ai legittimi autori).

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Perché in queste pagine ci sono tutti questi link al sito SIAE?

Perché spero che i motori di ricerca colleghino questa pagina a tutte le ricerche sull'argomento!

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