INSOMNIA
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Music Machine - Capitolo Zero
Dopo
lo spettacolo era tornato a casa, stanco morto come al solito e con la testa
gonfia di pensieri ingarbugliati. Decise di metter su un po' di musica ma a
basso volume, data la tarda ora; si sintonizzò sul solito canale di Radio
Weird, sicuro come sempre di trovarci musica di suo gradimento, ma anche
questo non gli bastava. Quella notte si preannunciava insonne.
Doveva sfogarsi in qualche altro modo, così prese un foglio di carta
riciclata dalla sua stampante e con una penna si mise improvvisamente a scrivere:
E' sempre così,
quando smetti di suonare e vorresti andare avanti in eterno, mentre sei stanco
morto ma non te ne accorgi, quasi come se l'eccitazione non ti faccia più
sentire i mille indolenzimenti, la voce strozzata, le dita intorpidite. E magari
sai già che domani si torna al "lavoro", quello che ogni giorno
ti chiedi "cosa faccio qui?" e, pur sapendo le risposte, fai finta
di non sentirle per non peggiorare la situazione.
Poi si torna a casa, dove ci sono tante cose positive ad attenderti, ma anche
la più negativa di tutte: la noia. Spegni la televisione, metti su uno
dei dischi che ti trasmette il brivido, come lo chiami tu quando vuoi
far capire ad un profano (o a chi non ha questo tuo problema di tossicodipendenza
musicale) qual è la differenza tra un ottimo disco e un "cibo per
l'anima".
Imprigionato in un gioco che non ti fa vincere niente, e che non diverte proprio
per niente: ecco come ti senti.
E gli altri? Pensano di te che sai dare qualcosa di buono a più o meno
tutti, buoni sentimenti, battute, parole giuste al momento giusto; magari si
sono fatti l'idea che tu sia spensierato, pazzoide, forse addirittura inattaccabile
dai sentimenti, mentre tu ogni tanto ti nascondi perché non vorresti
trasmettere nemmeno un milligrammo dei tuoi tormenti a nessun altro, perché
nella vita c'è bisogno di positività. E sei stanco, ma non riesci
a dire come sei stanco; è la mente? Ti manca il fiato? O hai semplicemente
deciso che vorresti CAMBIARE?
Per fortuna era
arrivato a fondo pagina, altrimenti chissà quali altre follie avrebbe
scritto; fortunatamente non pensò di passare all'altro lato del foglio,
che pur essendo di carta riciclata aveva parecchi centimetri quadrati di spazio
in bianco, molto invitanti per le sue voglie letterarie.
Le note di Town Cryer di Elvis Costello gli stavano dando il colpo di
grazia; guarda caso, prima di mettersi a fare musica Costello era proprio un
informatico come lui.
Dopo una rilettura che lo lasciò più perplesso di prima, decise
che era meglio tentare di addormentarsi. Per fortuna ci riuscì rapidamente,
perché la stanchezza convinse il cervello a farsi da parte fino al risveglio.
Il giorno dopo si svegliò stranamente euforico; rilesse il suo scritto, lo piegò fino a raggiungere una dimensione molto ridotta e lo ripose in mezzo ai testi delle canzoni del suo repertorio con il gruppo. Adesso ne era certo: non sarebbe più tornato indietro, perché finalmente sapeva ciò che voleva essere, o meglio ciò che lui era veramente.